Gli aggettivi vengono tradizionalmente divisi in due classi:
aggettivi qualificativi (forte, "grande", bello, rettangolare, parco, goloso, giallo, vecchio etc);
aggettivi determinativi o indicativi, che specificano il nome su piani diversi da quello qualitativo e si dividono a loro volta in:
aggettivi possessivi (mia, vostre, suo etc);
aggettivi numerali (cardinali: due, trentatré etc; ordinali: primo, quarantatreesimo etc);
aggettivi dimostrativi (questo, quello etc);
aggettivi indefiniti (alcuni, tutti, nessuna, pochi etc);
aggettivi interrogativi ed esclamativi (quale?, quanti?, quale gioia!, ma che onore! etc).
Gli aggettivi qualificativi esprimono una specifica qualità del nome cui corrispondono: aspetto, colore, forma, grandezza, ma anche qualità morali o intellettuali.
I determinativi rinviano piuttosto a nozioni quali quelle di appartenenza o di quantità (definita o meno) o, ancora, hanno funzione deittica.
I qualificativi sono una lista "aperta", cioè indefinitamente dilatabile, secondo il principio della produttività delle lingue, mentre i determinativi sono una lista "chiusa".
L'inserimento tra gli "aggettivi" di alcune di queste categorie è per molti versi convenzionale, in quanto numerali, indefiniti e interrogativi hanno diverse caratteristiche proprie che, in linguistica generale, ne fanno delle categorie distinte dall'aggettivo. Per esempio, in italiano tendono a porsi sempre prima del nome (come i determinanti). Se preceduto da un artticolo determinativo l'aggettivo diventa sostantivo (definito aggettivo sostantivato), ad esempio: l'inconscio.
L'aggettivo, in rapporto al nome, può avere due funzioni:
attributiva quando si unisce direttamente al nome
predicativa quando, in un predicato nominale, costituisce la parte nominale, congiunta al soggetto dalla copula.
Fonte WIKIPEDIA
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